La nostra storia

Le origini

Nonostante la quasi totale assenza di prove documentali di primo pugno risalenti all’epoca dei fatti, è certa, invece, la presenza di un Corpo Bandistico a Povegliano a decorrere dall’anno 1831, anno in cui viene registrata l’associazione dei documenti del Distretto di Polizia di Villafranca. Per la data della sua fondazione è però possibile indicare cautelativamente l’anno 1812, data deducibile indirettamente in quanto cent’anni dopo, nel 1912, si celebrò il Centenario di questa Banda Musicale, di cui è pervenuto il manifesto commemorativo datato 30/11/1912. Se così fosse confermato Povegliano vanterebbe nell’ambito provinciale un primato che si accompagnerebbe a quello di un’ininterrotta continuità storica d’attività musicale che ha coinvolto generazioni intere di poveglianesi e che ha avuto origine nel periodo delle prime presenze delle attività musicali di carattere bandistico nella provincia di Verona in toto.

L’attività del Corpo Bandistico è poi testimoniata dai documenti che forniscono un resoconto del passaggio nel veronese dell’imperatore Ferdinando I d’Austria nel 1838, che ne raccontano l’attività in congiunzione con le bande di Valeggio, Povegliano e Quaderni, chiamate a suonare in suo onore. Ne viene poi attestata la presenza alle prime attività relative alla re-istituzione da parte del Podestà Girolamo Orti Manara delle ricorrenze del Venardi Gnocolar e del Sabato Grasso, che vedono coinvolti 23 musicisti diretti da Domenico Valentini, invitati almeno dal 1841 in poi per tutti gli anni a seguire.
Tra le varie sfilate carnevalesche che hanno visto la partecipazione dell’allora cosiddetta Banda Civica di Povegliano è da ricordare certamente quella del Bacanal del Gnoco del 1857, che ebbe come spettatori di rinomanza la Maestà Imperiali Francesco I e la consorte Elisabetta, nota anche come Principessa Sissi, in visita a Verona.

Il Risorgimento e la seconda metà dell’Ottocento

Il Corpo Bandistico, come tanti altri in tutta la penisola, aggiunge al proprio repertorio anche arrangiamenti per banda militare delle più celebri arie tratte da Nabucco, I Lombardi alla prima Crociata ed Ernani di Giuseppe Verdi, opere che presto assunsero significati impliciti filo-indipendentisti. Questo periodo storico che nelle nostre zone è stato sicuramente movimentato, per utilizzare un eufemismo (basti pensare a Custoza e agli altri teatri delle principali battaglie delle tre Guerre d’Indipendenza), non determina l’interruzione delle attività del Corpo Bandistico, che anzi si vede coinvolto attivamente in eventi dallo stampo anti-austriaco, come l’esecuzione sulla pubblica piazza della Marcia di Garibaldi, suonata il 9 giugno 1862 a Vigasio, scelta che vede come responsabile l’allora maestro Luigi Dolci, che non venne arrestato grazie alla sua carica di deputato comunale.

Una volta realizzatosi il sogno d’indipendenza tanto fortemente voluto dal popolo italiano, il repertorio musicale della banda di Povegliano si arricchisce e si allarga, portando nelle vie del paese anche rielaborazioni di musica d’oltralpe, come rielaborazioni delle opere di Mozart, Beethoven, Mendelssohn e Wagner. Il tutto senza tralasciare, ovviamente, la ricchissima produzione di melodrammi da parte dei più celebri compositori italiani dell’epoca, a partire dal già citato Verdi, oltre che per Bellini, Rossini e Donizetti.

Il primo Novecento

Una volta “fatta l’Italia”, il contributo del movimento associazionista di stampo sia cristiano che laico è fondamentale per la creazione di un’identità nazionale coesa, che dal punto di vista musicale si identificava nella realtà del paese con l’attività della banda musicale e delle società corali. Come attestato dai documenti giornalistici dell’epoca l’attività del Corpo Bandistico di Povegliano segue gli eventi principali del suo paese, come i consueti festeggiamenti per l’allora patrono S. Luigi e l’insediamento del parroco.

Il 1912 vede le celebrazioni per il Centenario del sodalizio musicale, di cui si conserva il manifesto celebrativo datato 30/11/1912, festeggiato con concerti e manifestazioni che si protrarranno anche l’anno successivo. Direttore della banda musicale è ora il Maestro Mario Bergonzoni, diplomatosi al Conservatorio di Pesaro e chiamato a dirigere dall’allora presidente Luigi Apostoli, che porterà un netto miglioramento nella qualità musicale delle esecuzioni.

I festeggiamenti, però, durano poco, in quanto lo scoppio della Prima Guerra Mondiale porterà nuovamente lo scompiglio nei territori del nord-est italiano, di vitale importanza dal punto di vista strategico e militare. Una volta raggiunta la tregua, nonostante i numerosi lutti e la disoccupazione dilagante tipica del primo dopoguerra, l’attività del Corpo Bandistico prosegue anche durante gli anni Venti, periodo di duri scontri politici di scala sia nazionale che locale. Negli anni attorno al 1925, infatti, il Corpo Bandistico vede l’emergere di una corrente “separatista”, che porta ad una vera e propria secessione di alcuni dei musicisti, che con il loro neonato gruppo musicale andranno a confluire in un altro di natura simile con sede stabile nella vicina Villafranca. Il nuovo gruppo avrà però vita breve, e nel 1927 il Corpo Bandistico verrà rifondato intitolandolo a Italo Tinazzi, nonostante lo stesso fosse composto perlopiù dai medesimi musicisti che lo avevano composto nel periodo precedente.

La Seconda Guerra Mondiale e il Dopoguerra

Anche le realtà come quella del Corpo Bandistico hanno risentito direttamente degli effetti dell’entrata in guerra dell’Italia, con conseguenze pratiche come la drastica riduzione dei contributi economici comunali e la chiamata alla leva dei componenti più giovani. L’attività musicale, seppur ridotta, continua ad essere portata avanti dai membri più anziani sotto la direzione del Maestro Giuseppe Rizzotti, che continuerà questo suo impegno fino al 1947, guidando la banda nelle poche ricorrenze di carattere prettamente religioso o civile.

La funzione della banda musicale nell’immediato dopo guerra è ancora, di fatto, immutata, e la sua attività rimane perlopiù relegata a fare da contorno a alle cerimonie e feste tradizionali, dibattendosi tra problemi sempre più pressanti di sopravvivenza. Rimanendo tuttavia sempre attiva e cambiando spesso direttori e maestri riuscirà a rendersi promotrice d’iniziative che si concretizzano nelle scuole di musica ed orientamento musicale e nel rinnovamento costante del proprio repertorio.

Tra il 1947 e il 1955 si succederanno alla direzione musicale della banda tale maestro Rossi da Verona, poi il maestro Ubaldo Sberzè e quindi il maestro Calogero Macaluso di Verona, chiamato a dirigere la banda grazie alla mediazione del sig. Attilio Bovo. Compositore oltre che direttore, molti ricordano come in occasione del primo Festival di Sanremo del 1951 egli trascrisse per la banda le partiture delle canzoni in gara, facendole poi eseguire nei concerti.

Dagli anni Settanta al Duemila

Durante il periodo di forti cambiamenti e rinnovamenti dal punto di vista sociale che hanno visto coinvolta l’Italia come tutti gli altri Paesi del mondo, anche le realtà bandistiche del nord Italia aggiorneranno sempre più spesso i loro repertori, che comprenderanno arrangiamenti di musiche più moderne e delle canzoni pop e rock del momento, e le loro funzioni, volte in direzione di un concetto di promozione e diffusione della musica stessa intesa non solo in senso didattico e ludico ma anche come un servizio sociale che si rivolgerà soprattutto al mondo giovanile, divenendo complementare e valida alternativa d’impegno e di interesse. Dalle nuove bande, infatti, numerosi giovani preneranno la strada per sia per i Conservatori di musica che per la costituzione di gruppi eutonomi, in linea con le tendenze musicali più moderne e sperimentali.

Con i primi corsi di orientamento musicale promossi dall’ANBIMA, già intrapresi a Povegliano nel 1964/65 su iniziativa del maestro Bruno Zanon, i giovani riprenderanno ad affluire ai corsi di musica. Il 1979 è poi anche l’anno della costituzione del gruppo majorettes, voluto dall’allora presidente Rino Montresor assieme con Roberta Moletta, che sarà anche la prima insegnante del neonato gruppo coreutico.
Da questo momento le Majorettes e la Banda costituiranno un indissolubile connubio e daranno vita ad una collaborazione che renderà sempre più apprezzato questo sodalizio in sfilate e concerti anche oltre la nostra provincia. Le Majorettes di Povegliano debutteranno quindi al Bacanal del Gnoco del 1979.

Il 1990 è poi l’anno del gemellaggio del Comune di Povegliano con la cittadina renana di Ockenheim, per la cui occasione il Corpo Bandistico e le Majorettes saranno ospitati presso le famiglie tedesche del paese per i festeggiamenti in occasione della sottoscrizione di un patto d’impegno reciproco da parte dei sindaci dei due paesi, il cui rapporto continuativo darà luogo ad altre occasioni di scambio per il Corpo Bandistico e i suoi componenti, nel ‘92 e nel ’94.

Oggi

Dal 2001 il Corpo Bandistico e Majorettes “S. Cecilia” di Povegliano V.se è sotto la sapiente guida del maestro Marco Vantini, che ha condotto il gruppo in un epoca di forte rinnovamento e crescita dal punto di vista musicale e non solo. Tra i più importanti risultati ricordiamo:

  • la partecipazione al 2° Concorso Regionale “Veneto Suona” svoltosi a Treviso nel 2003, aggiudicandosi il 6° posto;
  • le celebrazioni del 2012 per il Bicentenario del Corpo Bandistico, per le quali è stata commissionata al maestro Dario Tosolini la composizione del brano Two Centuries March, edito da Scomegna nel 2017;
  • la prima partecipazione nel 2014 ad un concorso internazionale, nella fattispecie il IX concorso bandistico del Friuli Venezia Giulia a Bertiolo, concorrendo in terza categoria e ottenendo un punteggio di 80,05 su 100;
  • nel 2016 la partecipazione al XII concorso bandistico internazionale del Friuli Venezia Giulia di Bertiolo, sempre in terza categoria e ottenendo un punteggio di 85,75 su 100, aggiudicandosi quini il terzo premio di categoria;
  • nel 2019 la partecipazione al V Concorso Regionale delle Bande Venete indetto da AMBAC, partecipando in terza categoria e ottenendo il primo premio con un punteggio di 85,61 e la promozione alla seconda categoria;
  • nel 2023 la partecipazione al VI Concorso Regionale delle Bande Venete indetto da AMBAC, partecipando in seconda categoria e ottenendo il secondo punteggio della categoria con 77,83 punti.

Fonte principale per questo breve resoconto storiografico il libro La banda in piazza del 2002, a cura di Marco Carozzi.